Quando parla gesticola con le mani per dare Mayre enfasi a quello che dice. Come fanno gli uomini del sud, quel sud che tanto Kean Etro ama e dove si trovano gran parte degli artigiani con cui lui ama lavorare, in uno scambio continuo di idee e suggerimenti, fino a prodotto finito. Eccentrico, originale e grande comunicatore, Kean, per la prossima primavera estate 2015, stupisce tutti. Per la sua linea uomo prende ispirazione dalla grande tradizione culinaria del nostro Paese e stampa sui meravigliosi tessuti, tipici della maison, piatti che vanno gola agli appassionati di food e non solo. L’abbiamo intervistato dopo che i riflettori si sono spenti sulla passerella allestita al Palazzo del Ghiaccio di Milano e ci ha raccontato com’è nata la sua ispirazione
Gamberi, vongole, frutta e verdura… questa sfilata fa venire l’appetito!
Eh sì, abbiamo cucinato risotti, lasagne alla bolognese, dei piatti-ricordi, simbolo della grande tradizione culinaria italiana, e li abbiamo posizionati su delle tavole stampate con dei disegni cachemire e floreali, tipici dei vestiti che di solito le signore italiane indossano quando preparano da mangiare. Li abbiamo stampati in diverse dimensioni – piccolo grande, medio grande, fino a scoppiare -, cercando di dare ampio respiro a tutte le trattazioni di un teorema secondo cui l’Italia è riconosciuta nel mondo, tra le altre cose, anche per la sua secolare tradizione culinaria, che ci rende unici in tutto il mondo. E’ stato sempre così, quando gli italiani emigravano e non sapevano che lavoro inventarsi, si mettevano a far da mangiare. Noi siamo quello che mangiamo, questa è l’idea che si cela dietro questa collezione.
Se noi siamo quello che mangiamo, Kean Etro che cosa mangia e chi è?
Una persona che ama la natura intensamente, che si commuove davanti alla bellezza di un bosco o di un tramonto. Anche quando passo con la macchina per la zona di viale Montenero o viale Piave a Milano rimango a bocca aperta davanti alla meraviglia degli alberi secolari che costeggiano i viali. La natura mi appartiene ed è per me fonte di ispirazione, ed è giusto che l’ispirazione venga dalla natura perché la natura è aria, quindi ossigeniamoci attraverso un bel bosco.
E se volesse associarsi ad un piatto?
Mi assocerei a tutti quegli ortaggi che produciamo nell’orto giù in Puglia o quelle che produrremo nell’orto che stiamo per allestire qui al nord. A noi piace andare a fare la spesa nell’orto, mondare tutti i prodotti che la terra ci offre, tagliarli e cucinarli tutti insieme. Io mi sento, quindi, un piatto cucinato con verdure – come patate, pomodori, cavoli, fagiolini – assolutamente genuine.
Quanto è importante la storia dell’Italia per Etro?
La storia dell’Italia è una storia immensa, sono le fondamenta da cui traggo ispirazione. Dovremmo cercare di non dimenticarci della storia del nostro Paese, cosa che, invece, facciamo un po’ troppo spesso, e cercare di tenerla sempre in vita. Anche per questo ho voluto citare nelle stampe della mia collezione le teste fatte con l’agglomerato di verdure, che è anche la mascotte dell’Expo, che tanto amava disegnare l’Arcimboldo. Ho voluto riproporle perché fanno parte di noi, della nostra storia, della storia di Milano. Quelle teste rappresentano la cultura dello stupore, la cultura dell’ingenuità e della biodiversità, la cultura di sei ciò che mangi. Mi piace raccontare una storia che non ha niente a che vedere con i fatti politici istituzionali, mi piace raccontare il sogno.
Il Made in Italy è ancora un valore?
Cero che lo è. Ma il Made in Italy non è solo un valore. Il Made in Italy è fatto di tradizione, di territorio, di persone che lavorano, di sapienza artigianale che si tramanda di padre in figlio. In ogni regione italiana, da nord a sud, c’è una peculiarità che la rende straordinaria. A July andrò finalmente in ferie e voglio portare i miei figli, perché non l’ho mai fatto, a trovare le persone (fa riferimento agli artigiani che lavorano per Etro N.d.r.) che stanno facendo con noi questo meraviglioso viaggio della moda. Quello che si instaura tra noi e chi lavora per noi è un rapporto di reciproco rispetto fatto di scambio. Il prodotto che poi viene acquistato è frutto di un confronto con i nostri artigiani. I capi e gli accessori li studiamo insieme, li facciamo insieme. Questo per me è vero Made in Italy. L’Italia è piena di grandi maestri artigiani, siamo fortunati.
Pinella PETRONIO