È incredibile come borse tanto moderne e innovative nell’ispirazione e nel design celino, invece, anni e anni di eccellenza e storia. Colori vividi e audaci, spesso a contrasto, forme pure e lineari, eleganza, sobrietà e funzionalità. Queste le caratteristiche dei nuovi accessori di Romeo Santamaria, marchio storico dell’eccellenza Made in Italy, molto conosciuto all’estero, ma troppo poco in Italia.
Ed è proprio dall’Italia che oggi il marchio riparte. Da Milano, per la precisione, in via Spiga 5, nel cuore della capitale della moda, dove ha recentemente aperto la sua prima boutique monomarca, affidando la direzione creativa alla designer francese Peggy Huyn Kinh che ha portato una ventata di freschezza e modernità in tutte le borse della sua prima collezione: Zero.
Recentemente acquisito dal colosso coreano ShinWon, Romeo Santamaria ritorna alla grande, innovandosi, senza perdere mai di vista il passato, sempre all’insegna del lusso, come ci ha raccontato la designer che abbiamo avuto modo di sentire in occasione dell’ultima Settimana della Moda meneghina.
Come ha intenzione di rinnovare il mondo di Romeo Santamaria?
Quando sono arrivata nel mondo Romeo Santamaria, ho trovato e percepito un’aria di nostalgia, leggermente ferma agli anni ‘60 e ‘70; la mia intenzione era di esaltare la gioia di vivere, utilizzando pelli pregiate e preziose, come il coccodrillo, colori vivaci e realizzando grandi borse. Vorrei conservare lo spirito generale del marchio ma rivisitarlo in chiave moderna, legandolo alla nostra epoca.
Come mai ha scelto di accettare la sfida del rilancio di un brand del lusso tanto poco conosciuto in Italia?
Amo molto le sfide, mi piace l’idea di svegliare le “belle addormentate”. Credo che sia una fortuna incredibile avere carta bianca su un progetto realizzato da artigiani italiani e utilizzando i migliori pellami esistenti sul mercato in questo momento, con la presenza ispirante, inoltre, del creatore della marchio. La mia certezza è che tutto quello che è fatto con amore e passione ha una marcia in più e rende altamente desiderabili e belle le creazioni nate da questo connubio di forze e sentimenti. Romeo Santamaria è finanziato da un importante gruppo coreano, che ha messo a disposizione i propri mezzi per un bel progetto, chiedendo in cambio soltanto di impegnarsi a fare il meglio. Trovo che sia davvero una cosa unica.
Quali sono le novità che intende introdurre, in termini di lavorazioni e materiali, nella sua prima collezione per il marchio?
A parte aver utilizzato i pellami migliori, sono i trattamenti che fanno la differenza. I materiali, infatti, sono trattati con le più moderne e avanzate tecnologie. Sono spesso tagliate in maniera netta senza cuciture, sono senza fodera, così che l’interno della borsa sia un tutt’uno con l’esterno, per un effetto “double face”. Anche la pelle di coccodrillo viene utilizzata come se fosse una fodera e tutti i pellami sono trattati a tal punto da diventare morbidi come dei tessuti.
Il Made in Italy è ancora oggi un valore?
Credo che il Made in Italy, per un marchio italiano, rappresenti un valore essenziale e rassicurante. Ispirazione, creatività e artigianalità; le borse di questa collezione portano con sé i più alti valori dell’italianità e il profumo del Belpaese. Si fanno portavoce di un modo di vivere, delle atmosfere di un’epoca astratta, che non ha una vera connotazione di tempo.
Lusso è necessariamente sinonimo di ostentazione?
Il lusso per me è ciò che non è necessario per la sopravvivenza. Ciascuno può vederlo a modo suo. Ho messo del coccodrillo come fodera in una borsa che ha un esterno molto semplice in cuoio pregiato. La discrezione preziosa non è, forse, il lusso più estremo?
Quale tipo di borsa è assolutamente out per il giorno e quale per la sera?
Non posso stabilire io quello che è in e quello che è out, non ho questa presunzione. Credo molto semplicemente che tra quello che le donne indossano e le donne stesse ci debba essere una complicità assoluta. È questo che fa la differenza.
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