Oggi voglio regalarmi un Picasso. No, non è che possa comprarlo così, sull’unghia. Voglio regalarmi un giro a casa sua per capire qualcosa di più del suo mondo un po’ surreale, ricco di spunti, geniale per quanto genialoide.
Volessi fare le cose per bene partirei per Antibes e la Costa Azzurra. Andrei nella casa dove ha prodotto la parte più cospicua dei suoi capolavori supportato, sopportato, da Francoise Gilot, una delle donne che ha amato e forse l’unica che gli abbia davvero spezzato il cuore.
Amore, sesso, donne, viaggi. C’è tanto nella vita di Picasso e ci tocca fare un bel giro per mezza Europa per capirlo.
Potrei partire per Parigi, alla volta del Museo Nazionale Picasso, quello che raccoglie forse la parte più ricca della sua cospicua produzione – si parla di oltre 50mila opere catalogate a sua firma, ad oggi, ma chissà quante ne cela il collezionismo privato.
Di certo, Madrid, Barcellona, La Coruña ci regalerebbero le emozioni del Picasso ora giovane, ora maturo, ora in piena formazione, ora studente ispirato di ritorno dal Bateau-Lavoir del Montmartre parigino. Ma forse, Malaga è la città dove affondare il ricordo.
Prima tappa Plaza de la Merced, la piazza dove l’artista giocava da bambino e sulla quale si affaccia la Fundaciòn Picasso, al primo piano della sua casa natale. Nella ridente località della Costa del Sol ci sarebbe anche il Museo Picasso (Palacio de Buenavista C/ San Agustìn, 8 ) da visitare: nato dalla donazione della illuminata nuora di Picaso, Christine Picasso, dal 1992 raccoglie circa 282 opere della sterminata produzione del buon Pablo dividendole in un interessante percorso tematico che recupera e racconta la varietà di espressione della sua carriera.
Qui si affronta il tema della femminilità, del ritratto, l’approccio al cubismo, le donne amate (da una parte Dora Maar, la fotografa surrealista tanto stimata; dall’altra Marie-Thérèse Walter, la signora di Guernica), gli esperimenti grafici e quelli scultorei, in pittura e attraverso un ready-made ante litteram.
Anche la Plaza de Toros, la seconda arena per la corrida di Spagna (seconda per dimensioni – 54 metri di diametro per 11 mila posti – ma considerata di prima categoria per importanza di attrattiva e cartellone) è uno dei luoghi “clou” per comprendere la sua produzione e le sue influenze, eppure, ad essere sinceri, è un in tutta la città che si rincorrono gli indirizzi in grado raccontano la sua storia.
A questo punto, a pensarci bene, forse sarebbe sprecato partire per Malaga adesso, “e solo per Picasso”. Ci torneremo di certo, la magia andalusa è cosa imperdibile, ma è un peccato muoversi ora. Perché Picasso è a Milano.
Arriverà definitivamente, in pompa magna, per la stampa mercoledì 19 settembre, per essere fruito dal pubblico di Palazzo Reale, Milano, il 20 settembre, fino a 6 January 2013.
Dopo 50 anni (e oltre) di grande assenza, Pablo Ruiz Picasso torna sotto il cielo della Madonnina in una straordinaria esposizione di 250 opere, eccezionalmente prestate dal Museo Nazionale Picasso Parigi.
Non parliamo esclusivamente di produzione su tela bensì di sculture, disegni, libri illustrati, stampe, filmati, fotografie. Tutto Picasso come non si è mai visto e che, vanto dei vanti, resterà in Italia in modo speciale fino a quando il Musée National Picasso non riaprirà i battenti, ammodernato e ristrutturato. Da allora, tornerà a custodire in eterno veicolando a sè per sempre i suoi gioielli.
Un’altra mostra su Picasso dunque, che non è solo un’antologica filologicamente corretta e curata da Anne Baldassari – tra i più notevoli studiosi di Pablo Picasso e già presidente del Musée National di Picasso di Parigi. Qui siamo di fronte ad un excursus sulla poliedricità espressiva di questo autore;un percorso in otto sezioni che copre tutta la carriera e che racconta la storia e la modernità, sua come della città di Milano.
Una città che non dimentica il capolavoro dei capolavori. Guernica. Oggi al Museo Nazionale Reina Sofia di Madrid, Picasso volle mostrarla a Milano, precisamente nella magnifica Sala delle Cariati di bombardata dalla Guerra, 59 anni orsono. Ad accontentarlo ci pensò l’esposizione curata da Francesco Poli.
Oggi, ben 2000 metri quadrati capaci di occupare l’intero primo piano di Palazzo Reale sono stati riservati all’allestimento firmato dagli architetti Italo Lupi, Ico Migliore e Mara Servetto congiuntamente. Saranno loro a raccontare quegli anni mirabolanti, eccellenza italiana e tutta meneghina.
Con questa di settembre, infatti, sarà la terza volta che il buon Pablo tornerà in Italia. La prima avvenne nel 1953, la seconda cadde nel 2011, ed ambedue le volte la rassegna coincise con periodi topici tanto della cronaca politica internazionale quanto nella vita quotidiana di Milano. “E lasciarono il segno – è stato il commento dell’assessore alla cultura Stefano Boeri – “[…] Sappiamo che le vicende di questo incontro tra una grande città ed il genio precursore di tutta l’arte contemporanea sono diventate esse stesse occasioni di riflessioni storica, come confermano le stanze che Palazzo Reale dedica alla preparazione dell’esposizione del 1953. Un oMay che è insieme a Picasso, a Milano e alle coincidenze mai del tutto casuali che hanno accompagnato la vita di un grande interprete della nostra modernità”.
Artista eccelso delle Belle Arti e della comunicazione; genio dagli occhi vigili “come fiori di continuo si volgono al sole” disse di lui Apollinaire; personaggio capace di confrontarsi e di sfruttare a suo modo tutti i mezzi espressivi e mediatici che ebbe a disposizione.
A supportarlo ora, i grandi organizzatori e partner: Palazzo Reale con il Comune di Milano, 24 ORE Cultura-Gruppo 24ORE, Coin di Piazza Cinque Giornate (videowall), Petit Bateau (fashion partner alla mariniere), Gruppo Unipol (main sponsor)
Il giro finisce qui. A casa. Pronti a ripartire per godercelo la sera dell’inaugurazione o direttamente nei luoghi che gli furono cari.
PICASSO
Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi
A cura di Anne Baldassarri
Milano, Palazzo Reale
20September2012 – 06 January 2013
Paola PERFETTI