Moda, musica, libri. Ormai il settore è satollo. Ci hanno provato o ci stanno provando un po’ tutti… Tra biografie di grandi artisti e gossippate di VIP, chi non ricorda il tentativo fashion di JLO o Britney Spears, giusto per far subito due esempi, che dal microfono sono passate all’ago e filo per mettere la firma su collezioni di profumi e belletti? O ancora Carla Bruni ed Eva Riccobono, top model prestate alla chitarra? Nenella Impiglia, invece, forse meno noto rispetto a quelli sopra citati ma di forte rilevanza internazionale nel business del fashion, ha sfruttato la sua esperienza nella moda e nella vita per dare quel “quid” in più.
Dalla titolare di Linea Marche, azienda cui fanno capo i brand Vic Matiè, Vic e O.X.S., il bandolo della matassa si è esteso a moda-musica-letteratura.
Nel 2010, Nenella Impiglia affronta la prima esperienza letteraria dal titolo: “La scarpetta nel piatto“. Oggi, con “Stoffa per la Musica”, ripercorre la storia della moda attraverso la musica analizzandone le contaminazioni. Ne parliamo con l’autrice.
Un altro libro in piena crisi dell’editoria: l’arte ci salverà?
Non so se ci salverà, sicuramente ci fa respirare un’aria più pulita. L’arte è nel nostro DNA, appartiene alla nostra storia e un uomo senza storia è come un albero senza radici. L’Italia è la culla di tutte le arti, della creatività, della cultura, della bellezza in senso lato. Forse ci può salvare, insieme al nostro made in Italy, apprezzato in tutto il mondo.
Ci riassuma il suo libro in poche righe
Il mio secondo libro “Stoffa per la musica”, nasce ancora una volta per il bisogno di esternare le emozioni, raccontare le mie grandi passioni. In questo caso sono moda e musica, le affinità, la loro magia, le contaminazioni tra questi due affascinanti universi, legati al filo dei miei ricordi ed alla suggestiva colonna sonora degli anni ’60-’70. Un tuffo nei meravigliosi Sixties, un’epoca simbolo di libertà e spensieratezza, in cui la musica riuscì a svegliare generazioni di giovani, ad attuare vere conquiste sociali e trasformazioni. Nel modo di vestire e nei testi delle canzoni si esprimeva il desiderio di sentirsi diversi.
Un periodo rimasto scolpito nella memoria collettiva
Sì, e che amo ricordare, non nostalgicamente ma con emozione e, a volte, con commozione, pensando agli amici che non ci sono più, ma che hanno condiviso con me importanti momenti della giovinezza. Lo scopo del libro è soprattutto questo: non disperdere la memoria, trasformare la parola fine in un attimo di eternità, tramite il ricordo, dar modo alle nuove generazioni di conoscere il passato, che si attualizza, intrecciandosi con il presente e trasmettere loro non aride nozioni, ma stati d’animo. “Non esiste separazione definitiva fino a quando c’è il ricordo” diceva Isabel Allende.
La prefazione è di due voci storiche della musica italiana: non ci sono nuove voci all’orizzonte per lei?
C’è anche una terza voce importante che mi ha regalato una preziosa dedica, quella di Shel Shapiro, leader dei Rokes, definiti i “Beatles italiani”. Ci sono molti cantanti e nuovi talenti, tanti interpreti, ma pochi giovani cantautori. Il mondo musicale ed i suoi estimatori hanno bisogno di nuove energie, contenuti, voci che sappiano trasmettere emozioni, non solo virtuosismi canori.
Il suo libro è uscito a January ma ha avuto un enorme richiamo in pieno periodo di Sanremo. Secondo lei, chi avrebbe dovuto vincere?
Sono andata a Sanremo ed ho ascoltato dal vivo le nuove canzoni. Ho apprezzato Mengoni, i Modà, Malika Ayane. Mi ha colpito molto Raphael Gualazzi ed il suo modo originale di fare jazz.
Cosa si aspetta da questa avventura editoriale?
Apprezzamenti positivi, almeno dai miei “25 lettori” di manzoniana memoria!
E da quelle imprenditoriali?
Una ripresa dell’economia in generale e del nostro prezioso made in Italy, vera ricchezza che appartiene al nostro bagaglio culturale, imprenditoriale, all’eccellenza della nostra manualità, creatività e la ricerca della qualità.
La solita domanda: prossimi obiettivi?
Magari un piccolo spazio televisivo, in cui raccontare curiosità, aneddoti, consigli che riguardino la moda ed il costume. Si parla molto di cucina, meno di moda, che invece rappresenta uno dei settori trainanti del made in Italy.
Chissà che dopo la moda, la musica, i libri, la Signora Impiglia non riesca a conquistare anche la TV.
Paola PERFETTI
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