Negli anni ’20 l’economista americano George Taylor osservò che in periodi di crisi l’orlo delle gonne delle donne si allungava, mentre in periodi di mucche grasse si accorciava vertiginosamente. Era la teoria dell’indice dell’orlo. A guardare le passerelle per la primavera estate, quindi, qualora non ne avessimo la controprova, non abbiamo più incertezze: siamo in crisi. Nera, diremmo. Ma proviamo a vedere il lato positivo della questione. Il lungo ci fa immediatamente pensare al mare e alle vacanze.
Lunghissimi abiti di chiffon leggero, che cadono morbidi accarezzando la pelle abbronzata. Perfetti di giorno in nuance accese o sorbetto, oppure in colorate stampe grafiche. Sensuali di sera, in nero o in rosso, quando la voglia di ammiccare e giocare si fa sentire più forte, corroborata dalla voglia di spensieratezza che le vacanze ispirano a tutte.
Anche la moda sente forte il richiamo della leggerezza delle vacanze e porta sulle passerelle abiti lunghi, in tessuti leggeri come nuvole. Nessuna costrizione, nessuna rigidità, niente che rievochi in qualche modo la compostezza delle grigie divise dei mesi invernali. Silhouette scivolate, maniche a sbuffo come batuffoli di cotone, frivoli volant e ruches, pizzo leggerissimo e sensuali trasparenze. Gli orpelli sono ridotti al minimo e si preferisce la semplicità delle monocromie, quando non si scelgono le stampe etniche oppure quelle di fiori esotici e palme.
La donna di Gucci ha una vera predilezione per gli abiti lunghi fino ai talloni, dritti come colonne, resi sensuali da profonde scollature e mossi da romantiche ruches che profilano la scollatura sulla schiena o arricchiscono le maniche a campana.
Ama le stampe, invece, Roberto Cavalli che dipinge con il verde lime, l’arancio e il rosa disegni Art Nouveau su abiti fluidi che seguono le linee del corpo. L’oriente ispira le stampe di Emilio Pucci che disegna fiori, che si mischiano a geometrie, su abiti lunghi in voile oppure ricama dragoni tono su tono sui kimono in raso di seta.
Sensualissime le trasparenze di Francesco Scognamiglio e Valentino. Il primo ricama pizzi e merletti sull’abito nero con gonna tagliata di sbieco. Il secondo predilige una trasparenza più pudica, limitata a braccia e petto, nel vestito rosso con scollo leggermente arricciato. Trasparenze anche nell’abito di Nina Ricci, che preferisce movimentare la monotonia del monocromatico nero con piccoli pois bianchi.
Spacchi vertiginosi che si aprono ad ogni passo, rivelando gambe nude e abbronzate dal sole di agosto, il vestito blu di Elie Saab, sbracciato, chiuso da un piccolo colletto e arricchito da delicatissimi pizzi.
Avvertenze per l’uso: l’abito lungo è altamente sconsigliato a chi è alta un metro e un’oliva.
Pinella PETRONIO
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