Per paradossale che possa sembrare, mentre da un lato il progresso hi-tech si fa ogni giorno più rapido, dall’altro si assiste in epoca recente al proliferare di device e gadget che cercano di coniugare la tecnologia più d’avanguardia con lo stile estetico proprio di epoche ormai passate ma dal fascino intramontabile.
Esempio perfetto di questo felice connubio tra ultramoderno e vintage è l’impianto stereo R7 di Ruark, azienda britannica specializzata nella creazione di periferiche audio di altissima qualità, sia a livello sonoro che nel design.
Chiaramente ispirato ai radiogrammofoni in voga negli anni Sessanta, R7 punta a ricalcarne non solo le forme ma anche la filosofia: non siamo quindi di fronte solo ad un dispositivo tecnologico, ma anche ad un elegante articolo di mobilio, perfezionato nei minimi dettagli in oltre tre anni di progettazione.
Si spiegano così, ad esempio, la raffinata scelta dei materiali (legno di noce, alluminio e vetro), le quattro gambe in nero laccato fornite in dotazione (amovibili per l’uso su un piano) e il display fluorescente ad alto contrasto. Le dimensioni contenute (175x1000x400 millimetri), inoltre, ne fanno una soluzione d’arredo versatile, facile da spostare anche se non leggerissima (30 kg di peso).
In qualità di moderno music centre, per riprendere la definizione utilizzata dalla stessa Ruark, R7 è poi naturalmente dotato di pressoché tutte le tecnologie per la riproduzione audio attualmente disponibili: radio FM e DAB, lettore CD-MP3, connettività aptX Bluetooth e Wi-Fi certificato DLNA. Tra le connessioni disponibili sul retro troviamo poi una porta USB e gli ingressi stereo RCA, ottico e coassiale.
Per quanto riguarda il suono, invece, R7 è dotato di amplificatore da 160 watt e sistema 2.1, composto da due tweeter coassiali da 13 centrimetri e un woofer da 20. Sul lato superiore, infine, è collocato l’alloggiamento per il telecomando RotoDial fornito in dotazione, dalla curiosa forma circolare, per gestire il radiogrammofono anche dalle stanze vicine.
Ruark R7 sarà disponibile a partire dal prossimo autunno. Si parte in sterline: chissà quando arriverà in Italia.
Manuele MORO
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