Dal fondatore dello studio d-Lab, ovvero Giuliano Ricciardi, arriva la proposta di un tavolo intagliato nel legno e che, nella sua struttura portante, ricorda lo scheletro di una nave.
Non a caso, si chiama Chiglia e rappresenta un vero e proprio oMay all’attività marinara di Taranto, città che il designer ha scelto come quartier generale della sua attività.
Da questa creazione, emerge anche il passato di falegname di Ricciardi, soprattutto nell’attenzione artigianale dei particolari.
Oltre al legno, intagliato in nove massicce vertebre, c’è il vetro temperato, che rappresenta il tavolo vero e proprio, e che è unito alla trave centrale con un incastro a coda di rondine.
La trave che sostiene la struttura, a sua volta, poggia su due cavalletti simili a quelli utilizzati per ripristinare le imbarcazioni a secco.
L’intero progetto si basa sull’utilizzo di incastri che rendono la struttura, in massello di rovere con finitura cera opaca, libera da perni e viteria metallica.
Questa realizzazione ricorda l’arte di Carlo Mollino, poliedrico architetto, designer e fotografo, che aveva a sua volta progettato per la casa editrice Lattes un tavolo a vertebre.
La differenza sostanziale è che, in quel caso, si poteva parlare solo di curvatura del legno, forzata dall’inserimento di perni in metallo per mantenere la curvatura in alcuni punti e per assemblare il tavolo in altri, come ha specificato lo stesso Ricciardi.
Il designer ha poi aggiunto: “Nel mio caso il tutto é cadenzato da forme rigorose e minimali, semplici incastri che tengono insieme la struttura senza l’ausilio di perni ne collanti. Il mio é un oMay all’attività marinara della mia città e non posso farci nulla se la chiglia di una barca somiglia al tavolo di un Grande”.
Vera MORETTI