Che il settore del lusso sia in buona parte anticiclico è un dato di fatto. Lo dimostrano anche i conti di uno dei colossi mondiali come Richemont – che riunisce sotto al proprio cappello brand come Cartier, Van Cleef & Arpels, Panerai, Vacheron Constantin -, secondo solo a LVMH, che ha chiuso l’anno fiscale 2010 con buoni conti ma anche con qualche piccola ombra. La prima delle quali è stato l’utile che, pur segnando un +79% a 1,08 miliardi di euro, è stato inferiore al consensus degli analisti, che lo attendevano intorno agli 1,2 miliardi.
Nel complesso, però, il gruppo svizzero non può che essere soddisfatto: la crescita è stata del 33%, a 6,89 miliardi di euro, con un +63% nel profitto (1,35 miliardi) e un dividendo di 0,45 franchi svizzeri per azione (+29% rispetto al 2010). Ha trainato la crescita l’area Asia-Pacifico (+36%), seguita dall’America (+30%) e dall’Europa. Una soddisfazione che ha portato all’annuncio della creazione di ulteriori 800 posti di lavoro in Svizzera e che si proietta anche sull’inizio del 2011, come affermato da Johann Rupert, CEO di Richemont: “Le vendite nel mese di april sono state il 32% in più rispetto allo stesso periodo del 2010. In un contesto attualmente caratterizzato da disordini geopolitici e instabilità monetaria, ci auguriamo che questa positiva tendenza venga confermata nei prossimi mesi“.