I bijoux più originali vengono dalla spazzatura. Non tutto ciò che è rotto, non serve più o sembra inutilizzabile è da buttare: a dimostrarlo è il Museo del Riciclo, portale web avviato tre anni fa da Ecolight – il consorzio che si occupa della gestione dei RAEE, delle pile e degli accumulatori giunti a fine vita – che dedica un’intera sezione al tema degli eco-gioielli.
Si tratta di anelli, collane, orecchini e bracciali, ma anche gemelli e spille, che giovani e creativi artisti hanno ricavato da materiali destinati alla discarica, dando loro nuova vita.
Un esempio? Ludovica Cirillo, che apre la sezione con la sua collezione byLudo, utilizza parti di tastiere e mouse per creare monili decorativi di grande impatto. Una strada che la giovanissima artista ha intrapreso a soli sedici anni e che l’ha portata ad essere selezionata, due anni fa, dal Comitato Scientifico di TNT, il Festival dedicato ai giovani promosso dal Ministero della Gioventù, entrando tra i primi 200 talenti italiani. Oggi Ludovica frequenta architettura alla London Metropolitan University.
Oltre ai monili ottenuti da vecchie apparecchiature elettriche ed elettroniche, il Museo del Riciclo dà spazio anche a creazioni ottenute riutilizzando carta, plastica, vecchie bottiglie, bottoni, metallo e molto altro.
“E’ sorprendente la creatività espressa nell’utilizzo dei materiali di scarto – afferma il presidente di Ecolight, Walter Camarda – i rifiuti acquistano nuova vita diventando oggetti preziosi e di tendenza. Ma soprattutto diventano espressione dell’importante messaggio di cui, attraverso il Museo del Riciclo, ci facciamo portatori: è possibile dare una nuova vita ai rifiuti semplicemente riciclandoli”.
E questo vale anche i rifiuti elettronici, forse meno conosciuti rispetto ad altri materiali. “Parliamo di plastica, ferro, metalli e vetro che compongono prevalentemente i rifiuti elettronici – sottolinea infatti il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio – Se conferiti correttamente, dai RAEE (ovvero rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) è possibile ottenere materie prime seconde capaci di far risparmiare energia. Portare all’isola ecologica i propri RAEE, oppure affidarli ad una struttura specializzata com’è Ecolight, è anche evitare che siano disperse nell’ambiente sostanze inquinanti: pensiamo solamente ai gas refrigeranti contenuti dei frigoriferi o al mercurio che si trova nelle lampadine a risparmio energetico”.
Francesca SCARABELLI