Il ristorante è noto a tutti i torinesi perché esiste da sempre: fino a qualche tempo fa si chiamava Mon Amì ed era uno di quei ristoranti da pranzo della domenica, ma daSeptemberil Mon Amì è andato in pensione ed ha lasciato il posto al Ruràl di Marco Ceresa.
Il locale è un ambiente elegante e raffinato, ma per nulla pretenzioso, il color panna e i legni chiari degli arredi avvolgono il cliente in un’atmosfera moderna e al tempo stesso accogliente con un sottofondo quasi impercettibile di musica jazz, ma il rinnovamento, neanche a dirlo, non si limita all’ambiente.
In cucina il giovane chef, Giovanni Spegis, è una scommessa della ristorazione piemontese formatosi accanto a maestri di tutto rispetto. Ha costruito una carta ricca di piatti insoliti ripresi dall’antica tradizione piemontese con una strizzata d’occhio alle ultime tendenze.
Da qualche giorno nelle fila del Ruràl è arrivato anche un altro nome nuovo, quello del direttore di sala: Davide Ostorero, anche lui giovane, classe 1978, ed anche lui con un curriculum di tutto rispetto e un’invidiabile personalità.
Ostorero è cresciuto alla difficile scuola di Carlo Cracco: è stato assunto nel suo ristorante prima come commis di sala, ha fatto carriera arrivando a dirigere il ristorante e a prendere due stelle Michelin. Dal 2010 ha poi raccolto la sfida lanciata dal Boscareto Resort, il primo 5 stelle in Langa, e ne ha diretto la sala. Oggi è alla guida del ristorante di Ceresa il cui impatto – ha dichiarato Ostorero – “è stato quello di un locale giovanile e accogliente. Il mio obiettivo è mantenere queste caratteristiche, unendo un servizio di alta qualità”.
Il miglior maitre italiano del 2007, secondo la guida dell’Espresso, ha voglia di rimettersi in gioco e il progetto è ambizioso, ma decisamente alla sua portata visti gli strumenti che ha in mano: vuole rendere il Ruràl il punto di riferimento enogastronomico della Torino dei trentenni, quelli che al ristorante ci vanno consapevolmente, che desiderano avere un trattamento adeguato sotto tutti i punti di vista ed un buon rapporto qualità prezzo.
Per uno che ama ancora definirsi un cameriere, non c’è male!
Silvia GALLI