di Alessia CASIRAGHI
Appassionati di champagne e bollicine, o amanti del nettare rosso rubino made in Italy prendete nota: il vino migliore al mondo è un Porto. A stabilirlo Luca Gardini, sommelier campione planetario nel 2010, con uno studio di ben 15 anni. L’esperto di vini ha stilato ben tre classifiche: i 3000 vini migliori, 100 produttori top e i 100 best wines.
Il nettare di Bacco più buono al mondo è il Port Vintage Nacional 2003, Quinta do Noval, un vino raro, che “graffia e carezza il palato”. Il suo sapore nostalgico fa tornare in mente le magiche atmosfere portoghesi, dove perdersi tra i vicoli di Bairro Alto e di Alfama, il quartiere più antico di Lisbona, per gustare un calice di Porto e lasciarsi coccolare dalle note malinconiche del Fado, la musica popolare portoghese. “Non sono io che canto il fado, è il fado che canta in me” diceva Amalia Rodrigues.
E l’Italia? Nella top ten non figurano vini italiani, soppiantati da Pinot francesi, come il Romanée-Conti, il Musigny e il Chambertin di Leroy, e l’immancabile Champagne Dom Perignon OEnothèque. Cede il passo a Cabernet Sauvignon Château Margaux e Chardonnay Montrachet, il primo italiano in classifica: si tratta del Barolo Monprivato Ca’ d’Morissio Riserva 2003, che si aggiudica la posizione 19.
“Tre nasi son quel che ci vuole per bere il Barolo”, scriveva Pavese ne “Il compagno”, e il Principe del Piemonte è sicuramente un vino che appartiene ad una dimensione mitica. Non a caso gli altri due italiani a seguire in classifica sono ancora due Baroli: il Barolo Monfortino Riserva 2002, Giacomo Conterno e Barolo 2006, Bartolo Mascarello, rispettivamente alla posizione 25 e 33.
Ma dove si produce il nettare più prezioso d’Italia? La zona di origine delle uve destinate alla produzione di Barolo comprende ben 11 comuni: da Barolo a Serralunga d’Alba, e poi ancora Cherasco, Diano d’Alba, Grinzane Cavour, La Morra e Monforte d’Alba.
Nella classifica di Gardini i Best wines made in Italy sono 23: dal Piemonte al Carso, fino alla Toscana con il Brunello di Montalcino Riserva 2004, Case Basse – Gianfranco Soldera e poi ancora Le Pergole Torte Toscana Igt 2007, Montevertine. Scendendo si incappa nell’Amarone della Valpolicella e nella Malvasia di Bosa 2006, con qualche incursione in Friuli ( con il Friuli Vitovska, Vodopivec) e in Sardegna (Vernaccia di Oristano antico Gregori, Attilio Contini). Ma la vera patria del vino doc sembra essere la terra di Toscana: con il Pergole Torte, Sangiovese creato da Sergio Manetti, il Caberlot pensato dal pubblicitario tedesco Wolf Rogosky e il Massetto dei Frescobaldi, un Merlot, “l’unico SuperTuscan che può competere con i grandi di Francia” a detta del sommelier Gardini.