Bello e non impossibile. E’ un 1,87 metro di pura sicilianità il Dioscuro dei 400 metri di nuoto, Luca Marin. Con quella pelle biscottata dalle ore di piscina sotto il sole, e con quel portamento imponente che, anche in giacca e cravatta Boggi, ha il suo bel perché, all’inizio ti pare un colosso un po’ snob, poi se ci parli si scioglie e con quell’accento simpatico capisci il motivo per cui, prima dell’intervista, tutti si siano raccomandati di non toccare il tasto dolente, Federica Pellegrini, lei che ora lo tiene lontano dagli occhi, lontano dal cuore, lontano dalla caviglia visto che scomparso e sostituito con una rondine è pure il soprannome del loro amore, Balù.
Pelle biscottata, dicevamo, sebbene lui non è che abbia esattamente pescato il closiddetto “biscottino della fortuna”. Flop alle Olimpiadi di Londra 2012, flop in amore ed eterno secondo nei cuori delle sue fidanzate, da Cristiana Nardini a Federica Pellegrini con l’intermezzo Laure Manadou dove le corna ci sono state, ma per una volta non sono state le sue.
Lo guardiamo da sotto in su, ed allora capiamo il motivo per cui le donne italiane lo abbiano eletto secondo sportivo più desiderato d’Italia dopo Valentino Rossi (ma chi ha votato!?).
Secondo te, perché sei così amato dal gentil sesso?
Oltre l’aspetto fisico, credo che le donne italiane apprezzino la mia persona, come sono io caratterialmente, grazie anche al modo in cui mi esprimo nelle mie apparizioni televisive. Questo risultato non può che farmi un gran piacere.
Ad essere onesti l’apparenza conta. Tu segui la moda? Meglio in costume o in giacca e cravatta?
Mi piace la moda, mi è sempre piaciuta. Mi piace scegliere uno stile classico come uno stile elegante, basta sentirmi a mio agio in ogni situazione.
Torniamo al tuo primo amore, il nuoto. Queste Olimpiadi non sono state particolarmente apprezzate dai telespettatori-tifosi, si aspettavano qualche risultato in più. Oggi, a freddo, cosa rispondi ai tuoi detrattori?
Credo che le aspettative fossero un po’ troppo alte sin dagli Europei tenutisi a May. Allora abbiamo vinto quattro, cinque medaglie. Gli italiani non erano stati messi a conoscenza del fatto che molti atleti avevano rinunciato a disputare proprio quella gara per prepararsi alle Olimpiadi. Infatti, poi è successo quello che è successo: l’Italia è tornata a casa senza alcuna gloria, cosa che nessuno si aspettava. Forse ce ne si attendeva quattro o cinque. Le vere medaglie, per me, sarebbero potute essere una o due al massimo. Non ci si sarebbe dovuti aspettare più di questo.
Parliamo della tua carriera da qui in avanti, quali saranno i tuoi prossimi appuntamenti, credi ci saranno delle altre Olimpiadi per te?
Adesso cominceremo a lavorare per gli Europei ed i Mondiali in vasca corta a November e dicembre. Poi ci saranno le qualificazioni primaverili per i Mondiali di nuoto 2013. (Prende una pausa, sorride , NDR) Beh, quattro anni sono tanti, nel senso che io già quest’anno pensavo di appendere il costume al chiodo. Adesso proviamo a fare altri due anni, poi vedremo. Comunque, arrivare a quattro Olimpiadi è un sogno. Mi piacerebbe ma per ora non ci penso. Per me adesso l’obiettivo sono questi due anni.
Eppure sulla TV hai le idee chiare. Hai partecipato ad un reality, Baila!, che è andato non benissimo dal punto di vista degli ascolti, ma tu hai detto essere stata una bella esperienza. Faresti ancora dell’altro?
Sicuramente! Baila! mi ha aperto un po’ gli occhi. Grazie a quell’occasione ho visto come funziona il mondo dello spettacolo. Mi ha dato serenità e tranquillità e forse anche grazie anche al programma, insieme al suo contesto, sono riuscito a stare meglio dopo un gran brutto periodo (l’allusione è ovviamente alle Olimpiadi di Shanghai quando Marin scoprì che Federica, allora fidanzata, lo tradiva con l’amico e compagno di Nazionale Filippo Magnini, NDR).
Ti piace recitare. Quindi televisione per te significa anche fiction…
Perché no.
Perché così tanti sportivi, dopo la carriera agonistica, decidono di puntare sulla TV?
Altrimenti cosa fai? (ride)Scherzo. Magari ti piace oppure è un sogno che coltivi da quando sei piccolo. Dopo il sogno delle Olimpiadi raggiunto, quello ancora da conquistare potrebbe essere questo, quindi fare qualcosa al cinema, o nel piccolo schermo. Vedremo.
In questi giorni è uscita la notizia che la piscina dove ti sei allenato fin da bambino è stata chiusa. Pensi di fare qualcosa o credi che sia il solito problema delle infrastrutture italiane?
Fare qualcosa è impossibile. Non è la mia parola che possa fare riaprire un centro sportivo. Nel Sud Italia viviamo ancora il problema delle infrastrutture. Per questo molti di noi lasciano la loro terra. Cinque, sei anni fa sono partito per Verona, ora mi trovo a Roma. Giù non potevo più stare; non avevo gli stimoli giusti. Lo stesso Giorgio (Avola, oro della scherma a squadre a Londra 2012, come lui testimonial della “stoffa” di Boggi, NDR) si è spostato e da Modica si è trasferito a Livorno. Per qualcosa per la piscina di Vittoria è praticamente impossibile. O finanzi di tasca tua, oppure è davvero difficile risolvere il problema.
Tu credi che se ti fossi trovato a Roma o a Milano le cose sarebbero andate in maniera diversa?
Forse sì. C’è da considerare che dopo le inaugurazioni assistiamo ad un continuo degrado delle strutture. I danni vengono portati avanti per anni, poi si ritardano gli interventi di riparazione fino a che la situazione si fa insostenibile e dunque la spesa finale ammonta a cifre fin troppo eccessive.
Cosa ti manca di più della Sicilia?
La mia famiglia, i miei amici d’infanzia, il mare. Io abitavo vicino al mare.
Torneresti indietro?
Ormai no, sto bene dove sto. Non so se è Roma la città dove abiterò per sempre ma per ora rimango nella Capitale.
Paola PERFETTI
Photo Credits | Francesca Scarabelli