Che cosa c’entrano l’ex amante di Andy Warhol, due gemelle hard core, una ballerina funambolica e un’addomestratrice di sensualità? Sono alcuni dei protagonisti dello spettacolo circense-erotico più famoso al mondo: Zumanity, ancora in cartellone a Las Vegas.
Le loro immagini sono state ritratte qualche anno fa dal fotoreporter Max Peef nel’ambito di un progetto a firma Vanity Fair con il supporto di Banca Intesa-SanPaolo Area Lombardia Nord, Olympus Gmbh, e- Campus Università telematica, Kingston Ltd. Insieme ad un “goloso partner”, il Ristorante Pierino Penati di Viganò Brianza (Lecco), hanno voluto raccontare anche all’Italia il dietro le quinte di una fiera delle vanità vestita niente meno che da Thierry Mugler.
Oggi, quel racconto si è tradotto in una mostra, Zumanity appunto: inaugurerà il 1 dicembre, ore 18, presso One Off, il locale da appetizer firmato Gruppo Pierino Penati a due passi dallo storico ristorante di famiglia ed oggi guidato dalla terza generazione della famiglia Penati, capeggiata dal figlio Theo.
Ma come è avvenuto l’incontro fra Theo Penati e Max Peef?
Sono loro stessi a raccontarmelo, emozionati, mentre siamo seduti intorno al tavolo della prossima cena dei Quindici, i “fifteen”, quella che su invito del pregiato ristorante propongono a quindici selezionati invitati quindici portate accompagnate da quindici litri di una Nabucodonosor francese (ci torneremo).
Intanto … è il ristoratore “figlio d’arte” a rispondere.
Devo essere onesto: a me i lavori fotografici ispiravano meno rispetto a quelli dei pittori e degli scultori. In quanto nato il 6 March, sono affascinato da tutto ciò che è bello (Penati è affascinato dallo zodiaco ed il discorso delle fortunate coincidenze ricorre spesso nella nostra chiacchierata, ndr). Giusto qualche notte fa mi è venuto in mente di aver visto per la prima volta Max qui al “Pierino Penati”. Era venuto a prendere Marina (oggi mia mia moglie, dice Max – ndr), figlia di Giovanni, uno dei camerieri storici del ristorante. Aveva una coppola ben calcata in testa. Poi sono passati gli anni, ed un giorno ha letteralmente bussato alle porte di One Off chiedendoci cosa facessimo qui.
E poi questa mostra: che cosa rappresenta uno “Zoo dell’Umanità” in un locale chic collocato nell’ombelico della Brianza?
Il punto di partenza è One Off, che letteralmente significa unico, inimitabile, irripetibile. E’ un “appetizer” eccezionale di qualcosa. Significa pizzicare, assaggiare in vista di una serata speciale, autenticamente e “all’italiana”. L’idea di One Off è quella di proporre uno spazio dedicato alla cultura del cibo al quale noi, come italiani, siamo profondamente radicati. Il cibo, per noi, è l’anello di congiunzione di molte cose: della cultura dell’ospitalità, della cultura del mangiare e del mangiare sano; del bere, della convivialità.
Perché non farlo nel mitico ristorante “Penati”?
Perché il ritmo del ristorante è più strutturato. Io ho creato e curato lo spazio One Off per dare un messaggio alla clientela: quello di selezionare, trasformare una materia prima proponendola in una maniera semplice ma sana.
One Off è nato nel momento del boom dell’happy hour milanese dove le persone andavano entusiaste nei locali più “in” della movida, ma tornavano a casa insoddisfatti per la poca sostanza del buffet offerto.
Il 20 June 2008 ho aperto One Off nello stabile de I Cucinieri. Un’ex filanda che da qualche tempo avevo ristrutturato ma sulla quale non avevo ancora avuto “la scintilla” per sfruttarla con un’idea… buona.
L’ispirazione per One Off è venuta da…
Dai miei precedenti di nottambulo. Parlando con amici, clienti del ristorante Pierino Penati, mi sono accorto che tutti “puntavano” a Milano per assaporare una serata di relazioni e golosità. La mia idea da imprenditore è stata quella di offrire qualcosa di migliore e di diverso, in uno spazio azzardato ma molto divertente in cui lo stesso momento dell’aperitivo fosse un evento in sé. Per questo ho voluto trasformare One Off in un teatro per artisti che fossero alla ricerca di uno spazio espositivo. Allo stesso tempo volevo che fosse un’evoluzione culturale del classico “locale”, un luogo dove stare bene e dove lasciare che gratuitamente l’artista lasciasse un messaggio di sé alle persone che passano.
Perciò, prima di Max Peef, che genere di artisti hanno esposto?
Il primo è stato il pittore comasco Marco Brenna, seguito da una serie di creativi legati al nostro territorio. A loro chiedevo di lasciare una piccola opera da dedicare a One Off, una testimonianza: l’idea è quella di realizzare, un giorno, un’esposizione sui primi 10 anni di One Off. Di fatto, si crea una situazione umana come “sulla cassa di Trafalgar Square”, dove ognuno dice la sua. E questo crea curiosità: le vendite – io sono il primo cliente – e il rafforzamento dell’immagine di alcuni di loro mi ha dato ragione, smentendo il detto brianzolo per cui “L’arte non si Mangia”. Qui si fa sia uno che l’altro.
In che modo seleziona gli eventi One Off? E perché proprio One Off?
Un artista viene qui, si misura, raccoglie i successi e gli insuccessi. One Off vuole essere un posto terapeutico in cui poter lasciare fuori tutti i problemi e ricaricarsi fra buon cibo e un bicchierino. Per Zumani ty è andata così.
Ovvero?
Ero concentrato nella lettura di Strategia Oceano Blu, una pubblicazione di analisi economica che tratta delle società che nascono e che creano in un ambiente privo di concorrenza. Con la coda dell’occhio ho visto passare in rassegna le foto del Cirque du Soleil scattate da Max Peef ed ho pensato: nessuno come Guy Laliberté ha saputo rendere il circo popolare togliendo “le star del circo”. Mi è subito venuto in mente un loro spettacolo che anche io ho avuto la fortuna di vedere, così come la loro capacità di emozionare , incantare, affascinare… Ed ecco davanti a me lo Zoo dell’umanità…perché avrei dovuto continuare a leggere?
La sua passione per le coincidenze…
E’ inevitabile. Il caso è così forte da investirti che solo allora puoi capire quanta forza possano avere le coincidenze. Raccontarlo agli altri, poi, ti fa diventare il migliore venditore di un’idea. Zumanity ha messo un seme in una terra fertile. E sta germogliando una pianta.
Che arriverà…dove ? Dove vuole arrivare Theo Penati?
Insieme a Max Peef? Con One Off? Non lo so dire, ma ascolteremo il nostro cuore e decideremo. Funziona sempre un po’ come una chiamata.
Una chiamata ed un invito come quello dei Quindici, l’altra sua idea culturale legata alla buona tavola e al buon bere…
Io adoro lo champagne ed ho voluto regalare al mio ristorante una serata speciale con un grande formato (un litro a testa per quindici persone). E’ una sorta di pacchetto “mangia e bevi” con tanto di autista a domicilio: voglio dare ai miei clienti-amici l’opportunità di lasciarsi andare e queste serate sono un’occasione unica perché si degusta una Magnum da 15 litri; perché ti puoi reinventare; perché tra di loro gli ospiti non si conoscono a meno che per il ristorante. Il menù, poi, è tutto scritto a mano in bella grafia con penna a china da mia sorella Rouena, oggi come faceva tanti anni fa mia mamma (tutto il ristorante Pierino Penati è una galleria di menù d’artista collezionati con la cura di un appassionato di opere d’arte,ndr).
E poi?
Ho il desiderio di dare qualcosa di più, al Ristorante come a One Off. Voglio che, una volta usciti da qui, si abbia la pancia piena ma ci si senta anche rifocillati nella pancia, nella cultura, a livello enogastronomico, di educazione, dello stare a tavola. Noi ti diamo il benvenuto a casa nostra e ci mettiamo reciprocamente in gioco per regalarci una reciproca esperienza. Nel corso di ogni serata, poi, Max scatta 15 foto che racconteranno la storia dell’evento, accompagnata da un menù apposito. Alla fine, chissà che non ci daremo appuntamento per una prossima mostra con tanto di libro…
Paola Perfetti