di Paola PERFETTI
Gladiatori del business e del pensar male si affossino pure nel Colosseo del politichese. Che sopravviva con o senza il patrocinio di Della Valle, pronto praticamente da questa estate ad offrire un lauto supporto ai lavori di consolidamento e restauro dell’Anfiteatro Flavio, il patron del Gruppo rimane comunque con il suo bel giro di affari e… da fare.
Mentre gli occhi del malpensanti erano puntati sulla questione degli appalti dubbi sull’opera pubblica romana, in quel di casa Della Valle sono girate ben altre cose che non le scatole per delle rotture da burocrati.
A “girare” sono state le poltrone di due dei brand della maison.
Partiamo dal primo, Hogan. Nuovo direttore generale da oggi è Riccardo Sciutto. Prende il posto di Nicola Giorgi, ormai di casa Safilo (Giorgi è diventato global head house brands di Safilo), dopo aver ricoperto per due anni il ruolo di managing director del marchio di gioielleria Dodo (Gruppo Pomellato), preceduti da una intensa attività manageriale in Calvin Klein e Gruppo GFT.
Nel contempo, Roberto Lorenzini è pronto a volare negli States come nuovo CEO della divisione Nord America per i marchi Tod’s, Roger Vivier e Fay. Sostituisce Marco Giacometti, ora global manager e-commerce per Tod’s Group: “lavorerà nella sede di New York riportando direttamente a Stefano Sincini, CEO di Tod’s SpA” – riporta una nota stampa. Chi è Lorenzini? Basti dire che nel suo curriculum figurano i ruoli di direttore commerciale presso Etoile Group e, ancora prima, manager in Sixty USA e Versace USA.
E non solo Lorenzini vola… alto.
Anche il titolo del Gruppo guidato da Diego Della Valle va forte.
Ad August del 2011, nel pieno della recessione economica globale, il suo utile netto segnalava un bel +26% . Un trend in crescita del 14,8% rispetto allo stesso periodo del 2010.
Numeri avvalorati anche dai dati del novembre del 2011, quando l’Ebitda volava del 22% determinando una “cassa” globale del valore di 192,4 milioni di euro.
Ed oggi? Il suo fatturato è stimato sui 699 milioni di euro.
Detto fra noi: in fondo, siamo proprio sicuri che il colosso Della Valle abbia tutto questo bisogno di gloriarsi con un Colosseo che non portò proprio bene nemmeno al suo illustre predecessore? Io credo proprio di no e che magari, per una volta, il suo poteva essere un interesse davvero “patriottico”. Speriamo solo che non gli passi la voglia.