Sembra non arrestarsi l’opera di mecenatismo da parte dei brand del lusso Made in Italy. Dopo l’impegno di Tod’s nel consolidamento del Colosseo, ad oggi in attesa del parere del Tar per dare inizio alla prima tranche di lavori del simbolo della Capitale, e in seguito alla donazione di 2,18 milioni di euro da parte di Fendi per il restauro della Fontana di Trevi e un contributo di 320mila euro per il complesso delle Quattro Fontane, oggi a sostenere i beni artistici del Belpaese è il Gruppo Bulgari.
È di questa settimana la notizia della donazione di 1,2 milioni di euro da parte di Paolo e Nicola Bulgari, rispettivamente presidente e vice presidente del Gruppo del lusso italiano, all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per finanziarne «fino al 2015, importanti progetti artistici grazie ai quali l’Accademia continuerà a distinguersi sulla scena musicale internazionale come fiore all’occhiello del panorama culturale italiano», in particolar modo le stagioni sinfonica e da Camera. A dare l’annuncio una nota del Gruppo.
Commentano così Paolo e Nicola Bulgari: «Il momento storico di profonda crisi economica, connotato da pesanti tagli alla cultura, esige un risveglio delle coscienze e una forte comunione d’intenti. Nella naturale evoluzione della società e della cultura, istituzioni come l’Accademia nazionale di Santa Cecilia costituiscono un ponte imprescindibile tra passato e futuro, da sostenere con orgoglio e passione».
Una decisione presa «sull’onda dell’immensa stima nei confronti del Presidente Bruno Cagli e in considerazione dell’egregio lavoro svolto in questi anni dal Direttore Musicale, il Maestro di fama mondiale Antonio Pappano», precisa Bulgari che già da tempo opera nella solidarietà, collaborando con Save the Children attraverso la vendita dell’anello Bzero1.
Nemmeno a dirlo, lo stesso Antonio Pappano ha commentato positivamente la donazione della maison: «Investire in cultura significa guardare lontano, agli orizzonti di un nuovo processo economico e sociale: questa donazione non è solo un gesto di assoluta generosità, ma soprattutto di altissimo valore civile, di grande lungimiranza e di imprenditoria illuminata. L’Italia è culla delle più alte forme di mecenatismo che ci ha lasciato un patrimonio immenso e unico al mondo. Speriamo che questa donazione possa creare un seguito nell’imprenditoria privata italiana».
Ancora una volta le bellezze artistiche del nostro Paese, messe a repentaglio dai tagli del governo, vengono salvati dai brand del lusso Made in Italy che intervengono come veri e propri mecenate, anche in virtù di un ritorno in termini di immagine.
Dunque, viene naturale chiedersi: qualcuno interverrà mai nel salvataggio di Pompei? Ai marchi di alto di gamma l’ardua sentenza.
Giulia DONDONI
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, anello Bzero1, Antonio Pappano, Bulgari, Colosseo, della valle, Fendi, Fontana di Trevi, Gruppo Bulgari, lusso, lusso Made In Italy, mecenate, mecenatismo, Nicola Bulgari, Paolo Bulgari, Quattro Fontane, restauro, restauro Colosseo, restauro Pompei, save the children, tagli alla cultura, Tod’s
Lascia un commento