Il fenomeno del licensing, muove nel mondo, un giro d’affari di quasi 200 miliardi di dollari. Anche in Italia, la crescita delle royalties è stata nel 2012 superiore del 6% rispetto al 2011, con una cifra d’affari superiore ai 350 miliardi di euro.
Di fronte a clienti sempre più alla ricerca di brand noti e conosciuti, il mercato del licensing rappresenta davvero una grande opportunità in quanto da un lato anticipa tendenze (il Kidult, l’app…), dall’altro esplora settori nuovi, dall’arte al design.
In principio furono Mickey Mouse e Winnie The Pooh. Furono proprio loro a gettare le basi per il salto dimensionale dell’industria del licensing che oggi sfiora i 200 miliardi di dollari a livello mondiale se si considera il turnover generato dai 125 principali licensor, con un incontrastato primato dei cartoon.
Nonostante un andamento ciclico, il licensing ha dato, negli ultimi anni, segnali importanti di ripresa, cavalcando l’onda lunga delle buone performance registrate soprattutto dai Luxury Brands.
Secondo una recente indagine di L.I.M.A. (Licensing Industry Merchandisers Association, la principale associazione mondiale dei licensor e merchandiser, che riunisce circa 1.000 aziende del settore), sul mercato Usa/Canada, geograficamente lontano ma prodromo delle tendenze e dei cambiamenti che modificheranno il nostro mercato italiano, per la prima volta dal 2006 la crescita dei ricavi provenienti da royalties è stata del +5%, pari a circa 5,3 miliardi di dollari, che tradotto in valore retail dei prodotti venduti è stato pari a 109 miliardi di dollari.
In Italia, lo studio di consulenza Licensing Italia (branch italiana di L.I.M.A.) ha stimato una crescita worldwide del 6% dei principali licensor italiani, per un controvalore pari a circa 350 miliardi di euro. Lo split geografico del fatturato generato, evidenzia una predominanza del mercato Europa, a cui segue il Far East con il 27% e l’Italia con il 19%.
L’Italia, come patria della moda, rappresenta un terreno molto fertile per lo sviluppo del licensing, con un connubio davvero semplice e naturale. Nonostante i Top Luxury Brands abbiano cominciato, già da qualche anno, il processo di chiusura delle licenze per gestire tutto internamente, per i brand cosiddetti “medi”, questa via risulta molto costosa sia in termini di complessità del business da riportare “in house” sia per l’irrigidimento della struttura dei costi dell’azienda.
La strada della Brand extension attraverso lo sviluppo del licensing, in un momento di mercato complesso come l’attuale, consente soprattutto a livello di export, di proporre attraverso il potenziamento dell’accessorio, quell’idea di total look che tanto importante appare per supportare il modello di business del flagship store.
Former Partner Odgers Berndtson