di Floriana CAPITANI*
Mi sono sempre domandata che cosa renda un manager un ‘evergreen’ di successo, adatto ‘a tutte le stagioni’, a dispetto di quella cospicua genia di manager nati e cresciuti sempre nello stesso settore.
Poi, in tempi recenti, ho capito: il principio vincente è decontestualizzare esperienze, situazioni, stili manageriali. Un po’ come nella moda: non adottare un capo per il suo uso canonico, ma aggiungere un paio di dettagli incoerenti può produrre risultati estetici e di stile straordinari e distintivi.
Certo mixare comporta rischi e, per dirla con le parole di Inès de la Fressange, la musa di Chanel e Roger Vivier, si fa presto a incappare in un “fashion faux pas”, ma un manager deve avere nel suo DNA la capacità di decidere.
Nell’attuale situazione di mercato i manager che riescono a sviluppare un pensiero trasversale hanno più che in passato reali e concrete opportunità per agganciare sfide davvero challenging.
È pur vero che tali processi di decontestualizzazione e trasversalità possono creare, come primo impatto sull’organizzazione aziendale, una sorta di effetto destabilizzante in azienda.
Tuttavia la capacità del manager di mettere al centro del suo pensiero, del suo modello di business l’organizzazione può rappresentare un importante firewall a protezione del patrimonio valoriale e umano dell’impresa.
Molte volte dopo colloqui di lavoro non positivi siamo indotti ad attribuire a eventi terzi, a cose non dette o esposte in maniera non convincente, i nostri destini professionali.
L’unica cosa che non si mette quasi mai in discussione è il nostro modo di fare il manager.
Cambia il mercato e spesso non si pensa che occorre cambiare anche stile di management.
Non rimanere attaccati a tutto ciò che conosciamo bene, evolversi e reinventare un pensiero rielaborando esperienze trasversali è dunque la strada giusta per la crescita professionale propria e dell’azienda. Rimanere attaccati alle proprie certezze invece è come indossare un vestito con l’imprimè vecchio: rischia di imprigionarci in una categoria fuori tempo massimo.
La voglia di uscire dai propri schemi inoltre può avere davvero un effetto ringiovanente: come un’iniezione antirughe, ma molto, molto più divertente!
*Partner Odgers Berndtson