di Enrico MASSERINI e Davide MAPELLI
Paul Newman, Steve McQueen, Sylvester Stallone, Arnold Scwharzenegger. A cosa pensate? Risposta ovvia e scontata: alla storia dell’action movie degli ultimi 50 anni. Tutti conoscono le gesta epiche su celluloide e poi in digitale di questi 4 mostri sacri di Hollywood. Meno scontato è sapere che tutti loro hanno o hanno avuto anche un legame molto stretto con il mondo degli orologi. Va da sé, visto il tipo di cinematografia impersonata da questi “magnificent four”, che si parla di orologi duri almeno quanto loro.
Dici Paul Newman e pensi al Rolex Daytona, dici Stallone e pensi ai Luminor di Panerai, dici Schwarzenegger e pensi al gigantesco Royal Oak (e qua neanche diciamo chi lo fa, tanto è già questo un brand…) di Terminator, dici Steve McQueen e pensi al… Freccione (simpatico nome della prima edizione del Rolex Explorer II del 1971). Ma in realtà Steve McQueen si accosta al mondo delle lancette con Heuer (oggi TAG Heuer) a fine Anni Sessanta con i cronografi Monaco e Autavia.
A fine Anni Sessanta, appunto, nella Svizzera delle lancette la sfida è tra alcuni produttori per essere i primi a lanciare il cronografo automatico. Al foto finish vince il trio Breitling-Heuer-Hamilton che realizza il chrono matic, battendo di un soffio Zenith, cha poco dopo lancerà El Primero. Anche se ha perso la battaglia, Zenith vincerà comunque la guerra, in quanto il suo calibro era concettualmente molto più avanzato e raffinato, a tal punto da portarlo ad essere ancora oggi il movimento di riferimento nel settore a distanza di oltre 40 anni.
Ma parliamo dei vincitori dell’epoca, nello specifico di Heuer.
Chronomatic, o Calibro 11, è un movimento con base tempo dotata di microrotore per la ricarica automatica, cui si associa una platina cronografica con azionamento della cronografia mediante camme. Il movimento consente la misurazione crono con minuti al 3, ore al 9, secondi al centro. Corredato anche di datario ad ore 6, è stato prodotto anche in alcune versioni GMT che hanno equipaggiato alcuni modelli Autavia. La cosa più singolare è la presenza della corona di carica sul lato opposto (ad ore 9) rispetto ai pulsanti di avvio ed azzeramento crono alle canoniche ore 2 e 4.
Nel 1969 questo calibro così innovativo debutta sulla linea Monaco ed Autavia di Heuer. Entrambi gli orologi sono estremamente sportivi e maschili, il Monaco punta molto sull’accostamento al mondo delle corse automobilistiche (d’altra parte il nome non è stato scelto a caso) e viene lanciato appunto da Steve McQueen nel film “La 24 oredi Le Mans” del 1971, mentre Autavia si rivolge ad un pubblico sportivo ed avventuroso in generale.
Con la sua cassa quadrata il Monaco ha sicuramente una Mayre originalità e punta ad attrarre chi è attento alle novità e alle cose particolari, Autavia presenta invece una robusta cassa tonneau che si inserisce perfettamente nel gusto dell’epoca (gli Anni Settanta) in tema di orologi sportivi.
In ogni caso i due Heuer segnano un epoca e consacrano la Maison tra i grandi dell’orologeria sportiva.
In anni recenti sono stati rilanciati in grande stille da TAG Heuer e, il Monaco soprattutto, è diventato uno dei best seller dell’orologeria sportiva.
Oggi Monaco è una vera e propria collezione con vari movimenti cronografici tra cui spiccano il replica del calibro 11 con la stessa disposizione atipica di corona e pulsanti (anche se le ore crono hanno lasciato posto ai secondi continui) e, ironia della sorte (!), il calibro 36 che monta un bellissimo movimento derivato dallo Zenith El Primero, antico antagonista sconfitto…
Il crono Autavia è stato oggetto anch’esso di una riedizione basata sul calibro 11, ripropone la stessa tipologia di cassa e un elegante bracciale a maglie piatte che sembra aver viaggiato nel tempo direttamente dagli Anni Settanta. Oggi questo modello, forse più elitario e con meno seguaci, non è più in catalogo ma resta comunque un gran bel pezzo, importante nelle dimensioni quanto nella sua storia.
E allora facciamo un po’ di conto: il Monaco è ormai un classico da collezione che vi identifica come profondi conoscitori dell’orologeria d’élite, l’Autavia invece è un bell’orologio. Questa volta si può dire che il vincitore indiscusso c’è…