Il fine ultimo per il quale viene progettato un oggetto di design è quello di essere utilizzato nella vita quotidiana. Da questa riflessione nasce il progetto Il mio Magistretti, promosso dalla Fondazione studio museo Vico Magistretti, che vuole rileggere la produzione del designer arricchendone la storia progettuale con i racconti delle persone che possiedono, utilizzano e si affezionano a questi oggetti.
La mostra parte appunto dalla lettura di tre storici del design e dell’architettura – Fulvio Irace, Vanni Pasca e Raimonda Riccini – di altrettanti oggetti disegnati da Magistretti e scelti non solo perché rappresentativi della sua produzione, ma perché da loro posseduti e considerati oggetti d’affezione.
La Fondazione ha poi invitato, nei mesi scorsi, tutti coloro che possiedono un pezzo di design firmato Magistretti a diventare una testimonianza del lavoro del maestro italiano donando la fotografia del loro Magistretti e raccontando, anche in poche parole, la storia del loro sodalizio.
A queste voci è stata dedicata la seconda parte della mostra, cioè l’installazione Vico-teca immagini collettive in una stanza, uno spazio fisico in continua evoluzione che mette in relazione storie e immagini, che può essere arricchita dai visitatori durante tutto il periodo in cui la mostra rimarrà aperta.
Sarà ancora possibile, infatti, postare foto e storie attraverso il sito, ma si potrà anche partecipare visitando la mostra e lasciando la foto del proprio oggetto nell’apposito spazio della Vico-teca.
Per accompagnare questo percorso saranno proposti laboratori, conversazioni e un evento appositamente studiato per il Salone del Mobile 2013: in tale occasione, infatti, sarà creato nello studio-museo Magistretti un set fotografico aperto a tutti che diventerà lo scenario di un evento/performance in dialogo con l’installazione.
Francesca SCARABELLI