Il lusso Made in Italy è da sempre sinonimo di qualità, alto di gamma ed eccellenza. È proprio la fiducia conquistata dai grandi marchi nei confronti del cliente a fare la storia del know-how italiano che, in barba alla crisi, è riuscito a far portare a casa al settore sorprendenti risultati in chiusura del 2012. Prada, Gucci, Cavalli, Ferrari e Borletti sono solo alcuni degli illustri nomi che hanno registrato una crescita positiva nell’anno appena trascorso.
Il gruppo milanese guidato da Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, ad esempio, ha registrato una crescita dei ricavi pari al 29%, raggiungendo un volume d’affari di 3,3 miliardi di euro (a cambi costanti l’incremento è del 23%). La performance è stata possibile grazie all’aumento delle vendite in tutte le regioni geografiche: al primo posto l’Europa, che ha toccato il 36%, seguita dall’area Asia-Pacifico con il 33%, Americhe 23%, Italia 19% e Giappone 14%.
«In un anno caratterizzato da un contesto economico internazionale particolarmente difficile, il nostro gruppo ha fatto ulteriori importanti progressi nel suo cammino di crescita, consolidando la sua posizione di testa nel settore dei beni di lusso», ha commentato l’amministratore delegato del gruppo Prada, Patrizio Bertelli, che ha continuato: «La forza dei nostri brand, la nostra capacità di interpretare e anticipare i trend di mercato e la nostra rete retail globale continuano a formare la base per la nostra strategia di crescita a lungo termine».
Le vendite attraverso il canale retail, che rappresentano l’82% del totale, sono infatti aumentate del 36% creando un fatturato di 2,6 miliardi di euro. Una crescita che ha visto il contributo dei negozi esistenti (+14% i ricavi) e delle nuove aperture, 78 nel solo 2012, che hanno portato a 461 il totale dei negozi diretti. Le vendite wholesale sono aumentate del 6% anche se, rileva la società, il numero dei punti vendita indiretti è diminuito. Ad ogni modo, dei numerosi marchi che fanno parte del Gruppo (Prada, Miu Miu, Church’s, Car Shoe), a trainare la crescita sono soprattutto i grandi brand: Prada con il + 33% nelle vendite e Miu Miu, 16%.
Ma le novità non sembrano esaurirsi. È di questi giorni la notizia dell’ultimo colpo messo a segno da Bertelli, con l’acquisizione dell’80% di Cova, lo storico bar-pasticceria meneghino da sempre “vicino di casa” della boutique Prada. Non si esclude dunque che lo store della griffe venga ampliato spostando l’entrata in via Sant’Andra, ingresso del bar Cova. Cifra stimata per l’affare? Circa 12 milioni di euro.
Da Milano passiamo alla Toscana con Gucci, tutt’oggi marchio ammiraglio del polo del lusso di Ppr. La maison guidata da Frida Giannini ha chiuso l’esercizio del 2012 con un +15,8%, vale a dire 3,64 miliardi di euro, che va ad aggiungersi al fatturato totale della divisione luxury del gruppo francese, pari a 6,21 miliardi.
Nel fiscal year Gucci ha registrato un risultato operativo corrente di 1,1 miliardi, +18,9%, rispetto agli 1,6 miliardi della divisione luxury (+27,6%). Un risultato che ha convinto la maison a sfruttare il gap di potenzialità del proprio marchio in Cina, dove esistono margini per spingere sull’accelerazione dei negozi, come ha dichiarato il patron di Ppr, monsieur François-Henri Pinault.
Per Borletti Group invece si prospetta un interessante 2013, almeno stando alle recenti dichiarazioni di Rreef. La società che fa capo al gruppo Deutsche Bank ha infatti annunciato di aver avviato trattative esclusive per cedere la partecipazione del 70% nei grandi magazzini francesi Printemps (valutata intorno a 1,8 miliardi di euro) al marchio italiano, che già detiene il restante 30%. Nell’operazione, a fianco di Maurizio Borletti (la cui famiglia ha guidato e fondato importanti imperi del settore come La Rinascente, Upim e Standa), ci sarà anche l’emiro del Qatar al-Thani, proprietario della squadra di calcio Paris Saint Germain.
Secondo indiscrezioni, l’affare si dovrebbe chiudere entro giugno.
Ma sono ancora molte le novità dei brand del lusso italiano.
Giulia DONDONI