In questo annus horribilis per l’economia, il governo Monti ha fatto i salti mortali per tentare di rimettere i conti in ordine. Peccato che, anziché perseguire la via della vendita degli attivi patrimoniali e dei tagli alla spesa corrente, si sia dedicato a battere la strada più facile e più tradizionale: tasse, tasse, tasse.
Una recrudescenza della stretta fiscale che per molti settori produttivi è stata più forte e penalizzante che per altri. Uno di questi è quello della nautica, che tra tasse di stazionamento, accertamenti più fitti a carico dei proprietari di imbarcazioni e altre amenità si è spesso sentita nel mirino e, tramite il presidente di Ucina, Anton Francesco Albertoni, non le ha mandate a dire a governo e Agenzia delle Entrate.
Ora, invece, sembra tornato il sereno. La scorsa settimana, infatti, Albertoni ha incontrato il nuovo direttore della Direzione Centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate, Salvatore Lampone, per fare il punto su Redditest e Redditometro in vista di una presentazione dei nuovi strumenti agli associati Ucina; un incontro che ha fatto dire al presidente: “Siamo finalmente giunti alla fine di un lungo periodo che ha visto la nautica da diporto essere penalizzata dal Fisco“.
Da tempo, infatti, il settore nautico sollecitava un intervento dell’Agenzia delle Entrate che rivedesse l’applicazione dei coefficienti introdotti nel calcolo del Redditometro nel 2010 secondo i quali veniva moltiplicato il valore presunto dell’imbarcazione posseduta. Ora, nel nuovo Redditometro il coefficiente “incriminato” scompare, per cui il valore di acquisto dell’imbarcazione sarà trattato allo stesso modo della spesa effettuata per un immobile, senza differenze tra beni immobili di pari valore. Nello stesso tempo, il costo della rata del leasing sarà computata fra le altre spese fisse e trattata allo stesso modo di un canone di affitto di un immobile. Non stupisce quindi che Albertoni abbia parlato di “salto culturale” nell’elaborazione del nuovo Redditometro. Vedremo ora che succederà, visto che ormai l’esperienza del governo “lacrime e sangue” è giunta al capolinea…