di Enrico MASSERINI e Davide MAPELLI
E’ tempo d’estate, o perlomeno così vogliamo credere dando ascolto al calendario, anche se sembra che quest’anno il normale ciclo delle stagioni voglia farsi beffe di noi. L’estate ci fa pensare al mare, naturale meta ambita dai più e per chi ama gli orologi il dilemma di come vestire il polso per l’occasione è forte, quasi da togliere il sonno… Se insonni dobbiamo essere allora esageriamo!
No, ancora non abbiamo i postumi di un’insolazione (cosa improbabile come anzi detto…) ma oggi ci “immergiamo” con due monumenti dell’orologeria subacquea, il desiderio ed il punto d’arrivo per molti, il sogno di una vita per altri.
Si dia il via alle danze: Rolex Submariner oppure Patek Philippe Nautilus? La risposta non è assolutamente scontata. Siamo al cospetto di due storie lunghe decenni, la prima ha raggiunto i sessant’anni, la seconda vive da quasi quaranta.
Il Submariner è il primogenito della scuola subacquea, colui che ha dato il la a migliaia di proseliti. La cassa ed il bracciale Oyster sono stati l’ABC del settore, la corona triplock e la lunetta girevole unidirezionale sessagesimale nera sono un must, il quadrante all black con gl’indici tondi e a barretta sono stati copiati infinite volte, per non parlare delle lancette Mercedes. Difficile per tutti immaginare un modello marino senza vedersi l’effige del Rolex Submariner. Stiamo forse esagerando? Fidatevi, no. Provate a cercare un modello sub alternativo ed arriverete alla conclusione che o si sono ispirati in qualcosa a quest’icona oppure semplicemente non sono veri subacquei.
Per rivaleggiare con il Rolex allora abbiamo pensato a un segnatempo che, pur volendo soddisfare la stessa richiesta, parte dagli antipodi seguendo una strada completamente differente.
Il Nautilus di Patek Philippe è un modello marino, garantisce un grado di impermeabilità notevole ma non vuole essere uno strumento professionale: punta ad irretire (una vera sirena…) coloro che amano indossare un orologio in condizioni bagnate senza rinunciare all’eleganza, alla ricercatezza e lo vogliano poi abbinare a vestizioni più da “crociera”. Ce lo immaginiamo in una fresca sera estiva durante una cena tra amici sul ponte di uno yacht, accompagnato da pantaloni e camicia in lino bianco ed una giacca blu in stile marina, morbidi mocassini con suola antiscivolo lambiti occasionalmente dalla spuma salmastra che risale il ponte in teak…
Alla forma rigorosa ed estremamente funzionale allo scopo di ogni sua parte si contrappone la costruzione atipica volta alla ricerca dell’originalità e dell’unicità che sfocia in un bello differente; alla struttura potente che dichiara apertamente battaglia agli agenti marini fa da contraltare un insieme levigato e sfuggente che sembra voler inserirsi tra gli stessi anziché combatterli… Al Submariner che indossato dichiara il nostro status si oppone il Nautilus che ci toglie dalla mischia.
Il materiale è l’acciaio, le casse sono fatte in house, i movimenti di manifattura sono lo stato dell’arte (bilanciere con sistema microstella contro sistema Gyromax), 28.800 alternanze ora per entrambi, quadranti neri, impermeabilità a tutta prova (300 metri e 120 metri), indici e lancette luminescenti, bracciali di peso ad elevata indossabilità. Volutamente lasciamo a voi scoprirne i dettagli più nascosti, quelli che vi aiuteranno a decidere con quale della due divinità vorrete unirvi.
Delusi? Vi aspettavate una discussione tecnica basata sui numeri? Vi abbiamo dato uno spunto filosofico. Aggiungiamo che Rolex vi offre un prodotto eccezionale ad un costo tutto sommato modico che vi fa accedere al mondo dell’orologeria subacquea d’alto livello dalla porta principale. Patek Philippe invece è diversa. Probabilmente chi sceglie il Nautilus è da tempo in questo mondo e, siamo pronti a scommettere, ha sicuramente un Submariner nella sua scuderia. Il Nautilus è uno step oltre, bisogna aver “macinato” orologi per anni allo scopo di comprenderlo e gustarlo, è come un grande vino d’annata che può essere apprezzato dopo aver sorseggiato centinaia di vini eccellenti.
Comunque, l’uno e l’altro sono le due facce di una stessa moneta: la cosa bella è che si vince in ogni caso…
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