di Davide PASSONI
Prendete uno dei territori a più alta vocazione enologica d’Italia: Capriano del Colle, Brescia, una delle più piccole DOC d’Italia. Aggiungete la verve di un’azienda vitivinicola giovane e con tanta voglia di sperimentare: La Contessa. Mixate un vitigno fresco ma nobile: il marzemino. Versate il tutto in un calice: otterrete un rosso con meno di 10 gradi ma con un gran corpo e una struttura importante. Un rosso? Sì, ma non un rosso qualsiasi, appunto un rosso “under 10″, che non a caso si chiama 9.9 e che, se lo assaggiaste bendati, di gradi gliene dareste anche 13… Magia? No, passione. Quella per il vino, la terra, le cose “fatte bene” che ha portato alla nascita di 9.9 e che Alessia Berlusconi, socia fondatrice de La Contessa, racconta a Il Giornale del Lusso.
La sensazione degustando 9.9 e leggendone la genesi è che sia un vino “femmina”. Corretto?
Faccio una premessa. Non riesco a promuovere qualcosa in cui non credo fino in fondo né a produrre qualcosa di cui non posso andare orgogliosa. Quando abbiamo concepito 9.9 ci siamo interrogati su che cosa creare: ci sono oltre 280mila produttori di vino in Italia e per distinguersi bisogna inventare qualcosa non necessariamente che stupisca, ma che abbia alle spalle un pensiero vero, un’idea. Detto questo, vedere 9.9 come un vino al femminile è in parte è vero: il marzemino da cui nasce è secondo me un vitigno “femmina”, per via delle sue caratteristiche organolettiche che lo avvicinano molto al gusto femminile.
E l’idea alle spalle di 9.9 è venuta dalle donne…
Sì, le donne mi hanno dato lo spunto, perché spesso al ristorante capita di sentire donne che chiedono un vino leggero, ma siccome non lo trovano quasi mai, scelgono un bianco, magari di 12-13 gradi. Alla fine, quindi, il vino leggero non lo consumano. Insieme ai nostri esperti ci siamo interrogati sulla possibilità di produrre un vino leggero che davvero, passatemi l’espressione, “sapesse di vino”, che non desse la sensazione di bere qualcosa di annacquato.
Wow. E quindi?
Abbiamo studiato a lungo e finalmente quest’anno abbiamo prodotto 9.9, che è frutto di tanto lavoro sia in campagna che in cantina e che secondo me raggiunge l’obiettivo che ci siamo dati: è un vino a tutti gli effetti ma che, grazie alla sua bassa gradazione alcolica è in grado di smorzare l’effetto dell’alcol e può essere bevuto anche da chi non ama gradazioni alcoliche elevate. Sempre responsabilmente, comunque.
Quando avete cominciato a lavorare su 9.9?
La ricerca è cominciata 3 anni fa.
Che cosa vi aspettate dal mercato per 9.9?
Quest’anno abbiamo pochissime bottiglie, meno di 20mila. Sappiamo di non poter penetrare il mercato come meriterebbe un prodotto come questo, per cui lavoriamo selezionando i clienti. Lo stiamo posizionando nei ristoranti che “capiscono” il prodotto e nelle enoteche che cercano sempre prodotti nuovi, non le classiche enoteche solo con le etichette blasonate. Ci piace pensare che il nostro cliente sia un degustatore che ama sperimentare, che cerca nel vino emozioni sempre nuove, uno sperimentatore curioso. Un vino non banale per un cliente non banale.
E i riscontri che avete ricevuto da chi ha avuto modo di degustarlo?
Sono molto soddisfatta, le prime degustazioni fatte con sommelier e responsabili delle enoteche sono state sempre alla cieca, senza sapere che cosa si stava bevendo e nessuno dei degustatori ha mai individuato la corretta gradazione alcolica di 9.9. Significa che abbiamo lavorato correttamente su quelle caratteristiche che devono compensare i gradi alcolici “mancanti” e che il lavoro è riuscito bene.
Con la crisi si beve meglio, si beve meno…?
Penso si beva in modo più consapevole, ragion per cui abbiamo fatto una scelta precisa sul formato di 9.9: ai ristoranti vendiamo un formato da 0,50 lt, alle enoteche o ai wine bar il formato magnum da 1,5 lt. Durante un pranzo di lavoro, in due, ci si può concedere una bottiglia di vino ma in Italia non siamo abituati a portare a casa il vino avanzato: proprio per questo abbiamo pensato al formato da 0,5 lt, per la colazione a due, il pranzo di lavoro, per finire la bottiglia senza sprecarla e senza privarsi del piacere di bere un buon vino.
La Contessa è un’azienda di grandi rossi in un territorio che sta vicino alla Franciacorta, votata ai bianchi. Ci state comodi in questa posizione?
L’indirizzo aziendale è stato pensato attentamente. Intanto La Contessa è un’azienda che si sta convertendo al biologico: scelta coraggiosa ma anche un atto di gratitudine e di rispetto nei confronti del territorio che ci ospita. Poi tutti i nostri prodotti sono pensati in chiave di originalità. Oltre a 9.9 facciamo un bianco da chardonnay e trebbiano di Lugana, vinificato interamente in vasche di acciaio che però, al palato, dà la sensazione di essere passato anche nel legno; poi un rosso tanto importante – nello nostra zona è scarsissima la concorrenza sui rossi – che la vendemmia 2011 sarà imbottigliata ad april 2013; un vino che compie ben tre passaggi, acciaio, legno, barrique; poi creiamo uno spumante metodo charmat che in realtà è un blanc de noir, con uve nere vinificate in bianco. Insomma, vini mai banali, che invece hanno sempre una storia da raccontare.
La vostra è un’azienda al femminile non solo nel nome, ci risulta…
Sì, è un’azienda con una importante presenza femminile: siamo quasi tutte donne con anche un socio uomo, Egidio Cinelli. In realtà è capitato per caso, non è un indirizzo aziendale: siamo una squadra molto unita, motivata, che funziona molto bene.
Lei in 9.9 ci mette la faccia e la firma. Che cosa è il vino per lei?
Una passione infinita, costruisco le mie cene anche a due intorno alla bottiglia di vino che scelgo per la serata. Il menù parte dal vino, non è il vino che arriva in funzione del menù. Una passione che ho da sempre, sono una curiosa, mi piace sperimentare, bere cose nuove. In Italia ci sono dei produttori coraggiosi, poco conosciuti, che fanno dei vini meravigliosi, al di là delle etichette blasonate. Secondo me vale la pena essere curiosi e cercarle.
Se un giorno Alessia Berlusconi appenderà l’iPad al chiodo la vedremo fissa in vigna?
Già ora da fine August a fineSeptembermi potete trovare tra le vigne a vendemmiare. Se si pigiasse ancora, penso che mi vedrete anche fare quello, tanta è la passione che ho.