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Impara l’arte e mettila in hotel

Febbraio 14, 2013 by Redazione Lascia un commento

Remo Eder, presidente di Antares Hotel

di Davide PASSONI

L’ospitalità è un arte? Secondo Remo Eder, presidente di Antares Hotel, sì. Tre strutture a Milano, ciascuna impreziosita da opere di artisti contemporanei, sono il vanto di Eder e l’esempio che, se si vuole inventare qualcosa nel settore dell’hospitality, non bisogna andare lontano, basta guardare a quello che, in casa nostra, siamo bravi a fare. E noi italiani, in fatto di arte, non siamo secondi a nessuno.

L’arte in hotel. Mica una cosa facile…
Già tra l’85 e il ’90 mi sono posto il problema di come mostrare, prima a noi italiani e poi agli stranieri, la tanta arte che abbiamo in Italia. Quello è stato il momento nel quale ho pensato: perché non mettiamo questa arte nei nostri alberghi? Così è cominciata la nostra collaborazione con Teresa Pomodoro, una persona fondamentale per gli hotel Antares, non fosse altro perché è stata lei a suggerire il nome Antares per i nostri alberghi e a spiegarne il significato. Oltre a quelle di Teresa Pomodoro, abbiamo iniziato a ospitare in tutte le nostre tre strutture alcune opere di artisti contemporanei.

Per esempio?
Oltre alla pomodoro abbiamo molti altri artisti le cui opere vivono nei nostri alberghi: da Rosalba Tonarelli a Ferruccio Prini, da Aurelio Gentilio a Barbara Colombo. Abbiamo diverse loro opere nelle sale riunioni, nelle hall e nelle camere e pensiamo sia stata una notevole intuizione, bene accolta dagli ospiti, soprattutto dagli stranieri. Nella hall dell’hotel Rubens, poi, abbiamo fatto incidere sulle vetrate alcune opere dell’artista, con l’anno della realizzazione e il museo nelle quali sono custodite.

Funziona?
Ho voluto far partecipare gli artisti alla vita delle nostre strutture, per mostrare quanto ancora, come italiani, siamo capaci di fare.

Di solito agli hotel più che il concetto di arte si abbina quello di design…
Infatti, oltre a quella dell’arte abbiamo battuto la strada del design. Anche in tempi di crisi, le eccellenze del design si salvano sempre; per questo cerchiamo di trasmettere all’ospite tutta l’eccellenza italiana che c’è in questo campo: dal design delle poltrone a quello degli arredi delle camere, vogliamo che l’ospite si innamori della cultura e del ben vivere propri del nostro Paese. Qualche volta ci riusciamo, qualche volta no, ma il design è ormai entrato prepotentemente in tutti i nostri hotel e, in linea di massima, è ben recepito dalla clientela.

Avete tre strutture su Milano. Espansioni in programma?
Per ora stiamo bene così, anzi, in questo momento dobbiamo difendere le nostre posizioni perché la crisi su Milano è pesante. I nostri sono hotel orientati alla ripetizione dell’ospite, tipicamente un cliente business: businessmen che si trovano a Milano per affari, spesso in fiera e per periodi brevi di permanenza. Ora, con la crisi, il primo a precipitare è stato proprio il turismo business, tanto che, da almeno tre anni, ci siamo orientati al leisure, un segmento di mercato differente con esigenze differenti, per far fronte alle quali abbiamo dovuto attivarci in fretta.

Quanto in fretta?
Aiutare l’ospite che vuol sapere dove si trova il tal museo, la tal pinacoteca… Ci siamo reinventati molto velocemente, tenendo fede al nostro pay off che è “lontani da casa come a casa”. Dare assistenza a un cliente business spesso non era necessario, mentre ora l’approccio è differente, serve risolvere ogni problema del cliente in qualsiasi momento.

Oltre all’arte, mi risulta che puntiate molto sul green…
Cerchiamo di essere ecosostenibili in tutto. Abbiamo coibentato tutti gli alberghi per aumentarne il risparmio energetico; abbiamo installato tutte lampadine a led, comprese quelle che illuminano la facciata dell’Hotel Concorde, che è enorme; quando il cliente esce e dà la chiave in reception, si spengono le luci della sua camera; interveniamo sul condizionamento degli ambienti che gestiamo da un computer centrale della hall, per cui chi ha bisogno di più o meno caldo ci avvisa e gli viene regolata da remoto la temperatura della camera. Più green di così…

Ha ancora senso, oggi, pagare migliaia di euro per una notte o decine di euro per un caffè in un hotel di lusso?
In questo caso parliamo di un mercato di rappresentanza. Ci sono persone che hanno bisogno di avere un certo modo di rappresentarsi e, in un hotel di lusso, scelgono la suite presidenziale, magari anche solo per fare una riunione di lavoro con poche persone. Ma, ripeto, si tratta di situazioni di rappresentanza, di persone che non ha bisogno di spazio in quanto tale ma di dare una certa immagine di sé, perché negli affari l’immagine è estremamente importante.

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