Mai come quest’anno il Salone Nautico di Genova si sta proponendo agli occhi degli operatori come un momento di riflessione sul delicato momento della nautica, oltre a essere, naturalmente, un formidabile strumento di business per chi opera nel settore.
Detto nei giorni scorsi delle difficoltà che la nautica italiana incontra in questo disgraziato 2012 e palesate durante i primi convegni all’apertura della kermesse, altri momenti di incontro sono serviti a fare il punto su aspetti fortunatamente eccellenti del mare italiano, come quelli emersi – è il caso di dirlo – dal cosiddetto NaQI 2012. L’acronimo sta per Nautical Quality Index e misura la qualità nautica dei territori italiani basandosi su 6 parametri: Accessibilità e Saturazione, Porti e Posti barca, Qualità dei servizi portuali, altri turismi del mare, Qualità turistica e sostenibilità e Qualità ambientale.
Una classifica che ha visto sul podio, rispettivamente Olbia Tempio, Lucca e Genova, che si sono così guadagnate il premio “Territori di mare 2012″. Olbia Tempio è entrata di prepotenza al primo posto dal quinto dello scorso anno, facendo scivolare Lucca e Genova di un gradino (erano prima e seconda nel 2011), insieme a Matera (4°) e Pescara (5°). Mantengono le posizioni nella top 10 Livorno (7°) e Imperia (10°), vi entrano La Spezia (6°) e Grosseto (8°). Completa la classifica delle prime 10 Fermo, al nono posto, che perde 3 posizioni rispetto allo scorso anno.
Che cosa ci dice tutto questo? Che il NaQI rimane uno strumento molto utile per le province “di mare” per ottenere elementi di conoscenza che consentano loro di elaborare percorsi di crescita; che le province che non si posizionano al top possono lavorare sui campi nei quali si trovano in una posizione di debolezza, per provare a sfruttare la loro vocazione marittima nel migliore dei modi, come volano economico per il territorio; che se ben interpretati, i dati del NaQI possono portare benefici al territorio stesso.
Prendiamo il caso di Grosseto, ottava, si è detto, nella classifica 2012. Ebbene, per quanto nella parte bassa della top ten il balzo della provincia toscana è stato significativo dal 14esimo posto del 2011. Un progresso dovuto in gran parte alle voci “accoglienza e risorse turistiche del territorio” (dove si pone al 2°posto) e ”Porti e Posti barca” (3°); oltre che al 9° per la qualità ambientale del mare, al 13° per la qualità dei servizi portuali e al 15° tanto nella presenza di altri turismi del mare quanto nell’accessibilità. Uno sviluppo e un miglioramento che – al netto delle boiate all’italiana tipo la tassa di stazionamento, che allontano le barche dai porti in un Paese nel quale la cultura marinara è solo storia e non presente – avranno effetti positivi a lungo termine sull’intero territorio. Almeno così si augura chi, nella provincia maremmana, ha scelto di investire sul mare. E investire, di questi tempi, è già un segno di coraggio che andrebbe premiato…